venerdì 2 dicembre 2016

LA PILA STEFANO RIZZO

LA PILA



 
PILA. - Si dà il nome di pile elettriche, in generale, a quei generatori di corrente elettrica che non hanno organi in movimento e quindi non trasformano energia meccanica, ma solamente energia chimica interna o energia termica o simili. Più tipicamente, il nome compete alle pile ad azione chimica o pile voltaiche. Di queste si tratterà qui appresso, e precisamente di quelle primarie o pile propriamente dette; per quelle secondarie v. accumulatori.
È noto come la prima pila sia stata ottenuta alla fine del secolo XVIII da Alessandro Volta, dopo aver preso lo spunto dalle esperienze con gli archi bimetallici compiute da Galvani. L'invenzione fu comunicata dal Volta il 20 marzo 1800 in una lettera al presidente della Royal Society di Londra; e l'importanza ne era decisiva, perché realizzava il primo esempio di "elettricità dinamica", come si diceva allora, cioè di corrente elettrica duratura.
L'era dell'elettricità comincia veramente con questa invenzione, che coincide con l'inizio del sec. XIX.
La pila originale di Volta, detta pila a colonna (fig. 1), era costituita di elementi formati da un disco di rame e un disco di zinco, separati da un panno di lana, bagnato in acqua salata o acidulata. Il liquido che imbeve la lana mantiene una certa differenza di potenziale fra i due dischi o elettrodi; e congiungendo questi con un filo conduttore, esso filo resta percorso da una corrente che va dal polo rame (positivo) al polo zinco (negativo). La colonna è formata di tanti elementi sovrapposti e tutti orientati nello stesso verso, in modo che il rame dell'uno sia a contatto immediato con lo zinco del successivo: così. la colonna forma una batteria di elementi, riuniti fra loro in serie, e la differenza di potenziale ottenibile risulta moltiplicata per il numero degli elementi. Con questa pila a colonna furono fatti i primi esperimenti sulle correnti elettriche.

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