domenica 22 gennaio 2017

Il mondo del lavoro_Jacopo Di Giuseppe

LA GLOBALIZZAZIONE

La globalizzazione è un fenomeno di “mondializzazione” delle attività, delle conoscenze, dei processi produttivi, e anche di natura culturale e sociologica, che consegue all’ impetuoso sviluppo, negli ultimi decenni, della comunicazione e degli spostamenti umani. Non c’è dubbio che ad esempio, a causa della rete e della velocità dei trasporti, il mondo è sempre più interconnesso, con frequentissimi scambi di natura cognitiva e sociologica, che ci tengono a stretto contatto gli uni con gli altri. Il mondo del lavoro quindi si va adattando a questi nuovi parametri, con l’individuazione di spazi di movimento, di tattiche e di strategie, che si informano alle mutate condizioni produttive e più in generale di vita.

L’INFORMAZIONE

Il primo punto da cogliere, quindi, è la complessità e la rapidità dei cambiamenti in atto. In altre parole, da una condizione di passività o di semipassività frutto dell’aspettativa rispetto a un lavoro o più lavori, si deve passare a un ruolo proattivo, il che implica l’attività e l’aspetto dell’informazione. L’informazione è l’elemento essenziale sul quale si basa la domanda e l’offerta di lavoro. In questo senso i media svolgono un ruolo non solo importante ma determinante.

LA FLESSIBILITÀ

La capacità di adattamento e la flessibilità inoltre sono due aspetti particolarmente significativi. L’atteggiamento mentale corretto verso nuove sfide e il rifiuto di cristallizzarsi solo su determinate tipologie di lavoro, diventano sempre più importanti. La mobilità è la conseguenza più diretta di tutto ciò. E’ vero che c’è anche la possibilità sempre più diffusa di lavorare da casa, ma è altresì vero che determinati lavori si possono svolgere solo in loco. Spostarsi, dunque, e anche velocemente, adattandosi se del caso, è un altro aspetto importante del cambiamento nel mondo del lavoro.

LA COMPETIZIONE

Un fatto nuovo e di rilievo che sta emergendo negli ultimi anni è quello del passaggio da strategie competitive a quelle collaborative. Il punto essenziale non è più quello di primeggiare a tutti i costi, quanto quello di dar vita ad armonie collaborative di lavoro, come quelle di gruppo, che consentono comunque di ottenere buoni risultati.

LE LINGUE

Infine, forse il punto che, a nostro parere, è il più importante. La conoscenza delle lingue, e in particolare della lingua inglese. Non c’è nemmeno bisogno di dire o di capire che la favoleggiata e irraggiungibile lingua universale, evocata dagli antichi, l’Esperanto, ora c’è, esiste: è la lingua inglese. Ormai l’inglese si parla dappertutto e, soprattutto, in Rete. Laddove non si parla inglese, comunque un’infinità di termini, soprattutto tecnici, hanno questa derivazione. Semmai ora il mito dell’Esperanto è stato sostituito da un altro: quello della piena occupazione. Vedremo se, col passare del tempo, riusciremo a non considerarlo più come una chimera.

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