https://m.youtube.com/watch?v=VASywEuqFd8
testo e traduzione: http://lyricstradotti.altervista.org/blog/moby-are-you-lost-the-world-like-traduzione-video/
Matteo Ciucci : molto interessante...
lunedì 30 gennaio 2017
venerdì 27 gennaio 2017
il mondo del lavoro elisa caiutanu 3c
IL MONDO DEL LAVORO
Il lavoro, categoria importante di molti ambiti specialistici, dall'antropologia alla teologia passando per la fisica e la sociologia, è un'attività produttiva che implica il dispendio di energie fisiche e intellettuali per raggiungere uno scopo prefissato e in generale per procurare beni essenziali per vivere o altri tipi di beni, non solo attraverso un valore monetario acquisito da terzi quale compenso.
È un servizio utile che si rende alla società e per il quale si ottiene un compenso non sempre monetario. Nel mondo moderno l'attività lavorativa viene esplicata con l'esercizio di un mestiere o di una professione e ha come scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi. Sul piano giuridico si distingue il lavoro subordinato da quello autonomo e parasubordinato con car
Lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa di produttivo, traendone un vantaggio generalmente economico. Infatti con il termine occupato si definisce lo status del lavoratore e, con il suo opposto, disoccupato, si definisce lo status di chi non ha un lavoro come un soggetto in cerca di una prima occupazione. Il lavoratore dipendente ha generalmente una controparte, con la quale instaura un rapporto di lavoro.
Il lavoro è quella forza, unita alla consapevolezza di sé, che
permette di realizzare la propria natura potenziale, portando a termine
compiti etici che possano fornire un beneficio spirituale e morale a se
stessi, all'ambiente sociale e naturale. Può anche essere definito come
Karma Yoga, ossia essere in connessione o mantenere una determinata
consapevolezza, fondata su principi etici, nelle azioni che si stanno
facendo. In quest'ambito rientra la teoria del lavoro affettivo sviluppata dal filosofo italiano Toni Negri e dallo statunitense Michael Hardt.
atteristiche intermedie tra i primi due[2].
Il lavoro, categoria importante di molti ambiti specialistici, dall'antropologia alla teologia passando per la fisica e la sociologia, è un'attività produttiva che implica il dispendio di energie fisiche e intellettuali per raggiungere uno scopo prefissato e in generale per procurare beni essenziali per vivere o altri tipi di beni, non solo attraverso un valore monetario acquisito da terzi quale compenso.
È un servizio utile che si rende alla società e per il quale si ottiene un compenso non sempre monetario. Nel mondo moderno l'attività lavorativa viene esplicata con l'esercizio di un mestiere o di una professione e ha come scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi. Sul piano giuridico si distingue il lavoro subordinato da quello autonomo e parasubordinato con car
Lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa di produttivo, traendone un vantaggio generalmente economico. Infatti con il termine occupato si definisce lo status del lavoratore e, con il suo opposto, disoccupato, si definisce lo status di chi non ha un lavoro come un soggetto in cerca di una prima occupazione. Il lavoratore dipendente ha generalmente una controparte, con la quale instaura un rapporto di lavoro.
Ambito spirituale
atteristiche intermedie tra i primi due[2].
il mondo del lavoro nicholas boccia terza c
IL MONDO DEL LAVORO
Nella società odierna vediamo migliaia di giovani vivere una vita agiata facilitata dalle tante comodità e innovazioni portate dall’industrializzazione del nostro paese.
La vita di oggi rispetto a quella dei nostri nonni infatti è radicalmente cambiata grazie ad un miglioramento generale non solo dal punto di vista sociale ma anche da quello economico.
Sono infatti le tante possibilità d’oggi che rendono realizzabili i sogni di tanti giovani come noi.
Negli anni del dopoguerra le persone che riuscivano a diplomarsi erano pochissime ma c’era una manodopera molto più alta rispetto ad oggi ,per non parlare degli emigranti che,giovanissimi,lasciavano il loro paese e le loro famiglie in cerca di una vita migliore.
Oggi frequentare le scuole superiori è un obbligo per ognuno di noi, anche se spesso questo fatto non viene visto come una possibilità per una vita più agiata in futuro ma come una vera propria perdita di tempo.
In realtà questo scoraggiamento da parte dei giovani a trovare lavoro è dovuto anche alla mancanza dell’impiego stesso.
Trovare lavoro per un meridionale significa il più delle volte lasciare i propri affetti per andare a vivere al nord dove i posti di lavoro sono di gran lunga maggiori.
Sono tanti anche gli extracomunitari che lavorano a nero rubando,si sente dire spesso,il lavoro agli italiani.
Ma è anche vero che gli extracomunitori sono costretti a fare lavori terribili,a volte anche umilianti ai quali un italiano non si abbasserebbe mai.
I giovani di oggi pensano più a vivere il presente,a divertirsi con gli amici,a realizzare i loro sogni piuttosto che iniziare a costruire fin da subito il loro futuro.
Nella società odierna vediamo migliaia di giovani vivere una vita agiata facilitata dalle tante comodità e innovazioni portate dall’industrializzazione del nostro paese.
La vita di oggi rispetto a quella dei nostri nonni infatti è radicalmente cambiata grazie ad un miglioramento generale non solo dal punto di vista sociale ma anche da quello economico.
Sono infatti le tante possibilità d’oggi che rendono realizzabili i sogni di tanti giovani come noi.
Negli anni del dopoguerra le persone che riuscivano a diplomarsi erano pochissime ma c’era una manodopera molto più alta rispetto ad oggi ,per non parlare degli emigranti che,giovanissimi,lasciavano il loro paese e le loro famiglie in cerca di una vita migliore.
Oggi frequentare le scuole superiori è un obbligo per ognuno di noi, anche se spesso questo fatto non viene visto come una possibilità per una vita più agiata in futuro ma come una vera propria perdita di tempo.
In realtà questo scoraggiamento da parte dei giovani a trovare lavoro è dovuto anche alla mancanza dell’impiego stesso.
Trovare lavoro per un meridionale significa il più delle volte lasciare i propri affetti per andare a vivere al nord dove i posti di lavoro sono di gran lunga maggiori.
Sono tanti anche gli extracomunitari che lavorano a nero rubando,si sente dire spesso,il lavoro agli italiani.
Ma è anche vero che gli extracomunitori sono costretti a fare lavori terribili,a volte anche umilianti ai quali un italiano non si abbasserebbe mai.
I giovani di oggi pensano più a vivere il presente,a divertirsi con gli amici,a realizzare i loro sogni piuttosto che iniziare a costruire fin da subito il loro futuro.
mercoledì 25 gennaio 2017
martedì 24 gennaio 2017
lunedì 23 gennaio 2017
il mondo del lavoro marika ciasco
Negli ultimi anni il mondo del lavoro è notevolmente cambiato: le aziende sempre di più richiedono personale “flessibile”, adattabile cioè alle esigenze produttive. Questa è la realtà con cui si scontra un giovane alla ricerca di lavoro e con la quale deve fare i conti. Non è più realistico pensare al “posto fisso”, quello che ti accompagna fino alla pensione, e ti garantisce reddito fisso e sicurezza, ma bisogna abituarsi all’idea di cambiare spesso lavoro, accettando contratti temporanei. Naturalmente, in condizioni ottimali (lavoro sempre a disposizione) cambiare spesso lavoro può essere perfino divertente e stimolante, perché costringe a uno sforzo creativo di cambiamento e riadattamento a situazioni e professioni nuove. In ogni caso, è meglio attrezzarsi per fronteggiare culturalmente e operativamente questa realtà.
E’ utile, ad esempio, puntare sulle competenze di base e trasversali che si apprendono durante i percorsi scolastici e formativi; senza però dimenticare che è necessaria una corretta conoscenza della lingua italiana, anche per svolgere un lavoro tecnico-manuale; inoltre sempre più sono richiesti altri due requisiti: almeno una lingua straniera (anche, ad esempio, per molti concorsi pubblici) e saper utilizzare un personal computer nelle applicazioni di base (compreso Internet). Ci sono infine caratteristiche “personali” che tendono a facilitare l’approccio al lavoro: ad esempio: la capacità di relazionarsi con gli altri, un aspetto curato, una buona manualità, disponibilità riguardo agli orari…..
Un’ opportunità
Un modo per entrare in contatto con il mondo del lavoro è quello di effettuare un tirocinio. I tirocini formativi e di orientamento (art. 18 Legge 196/97) sono finalizzati a realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e ad agevolare le scelte scolastiche e professionali dei giovani. Lo strumento è il contatto diretto con il mondo del lavoro per integrare le competenze (di base, tecnico-professionali, trasversali) già possedute.
Il tirocinio consiste in un periodo in cui si può entrare in azienda ed essere introdotti alla conoscenza dei processi produttivi e dell’ambiente di lavoro. I tirocini di orientamento servono a orientarsi professionalmente e a conoscere meglio le proprie potenzialità ed attitudini, attraverso l’esperienza diretta. I tirocini formativi possono diventare un “credito” utile da spendere nel mondo del lavoro o in ulteriori studi.
In alcune regioni del Nord gli studenti del terzo e del quarto anno delle Superiori (solo del quarto anno per gli Istituti Professionali) da diversi anni possono effettuare stages da uno a due mesi nel periodo delle vacanze estive, un’esperienza utile per un primo approccio al mondo del lavoro. Di solito è prevista l’erogazione di una borsa di studio.
Al lavoro
La Legge 30/2003 e successivo decreto legislativo n. 276/2003 ha fissato le caratteristiche di tutta una serie di contratti di lavoro per così dire “flessibili” al tradizionale contratto di lavoro a tempo indeterminato e pieno (il “posto fisso” di cui parlavamo sopra). Non è questa la sede per approfondire tutte le tipologie contrattuali previste, ma è utile conoscere almeno le caratteristiche principali dei diversi contratti:
- · Contratto a tempo parziale: l’orario di lavoro è inferiore a quello contrattuale (le “40 ore”), distribuito in modi diversi durante la settimana, mese o anno;
- · Contratto a progetto: è un rapporto di collaborazione, con durata definita nel tempo, tra il datore di lavoro e il collaboratore, per portare a termine un determinato lavoro, anche in maniera autonoma;
- · Job sharing o lavoro ripartito: è un rapporto di lavoro “normale”, ma con una caratteristica: sono due persone, invece che una, ad assicurare al datore di lavoro la copertura dell’orario di lavoro;
- · Telelavoro: in alcuni casi, è possibile lavorare, grazie a una postazione attrezzata, stando a casa propria; il vantaggio è di riuscire a conciliare i tempi del lavoro con le esigenze personali o familiari;
- · Prestazioni di lavoro accessorio: sono lavori puramente occasionali per i quali non si possono percepire compensi superiori ai 5.000 € annui complessivi;
- · Lavoro intermittente: il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro, che lo chiama in servizio, con un certo preavviso, quando ve ne è la necessità;
- · Contratto di somministrazione di lavoro (ex lavoro interinale): ci si rivolge ad un’apposita agenzia che, in base alle caratteristiche professionali possedute, trova una collocazione presso le aziende che richiedono personale, anche per brevissimi periodi.
Vi sono poi i cosiddetti contratti a contenuto formativo, quelli cioè in cui è prevista, oltre all’attività lavorativa, una parte di formazione, sia interna all’azienda che esterna:
- · L’apprendistato, che è anche uno dei modi per assolvere al diritto – dovere all’istruzione e alla formazione; interessante nel Veneto è la sperimentazione in atto dei cosiddetti contratti di alto apprendistato, grazie ai quali giovani apprendisti laureati potranno conseguire un master universitario di primo livello;
- · Il contratto di inserimento, che contiene un progetto individuale di adattamento delle competenze professionali di un lavoratore;
- · Il contratto di formazione lavoro, riservato al settore pubblico.
L’idea di fondo è che l’attività lavorativa sia accompagnata, proprio per far fronte ai momenti di transizione tra lavori diversi, da una attività di formazione durante tutto l’arco della vita (Life Long Learning), una chance in più per giovani e adulti.
La Legge 30/2003 riprende inoltre l’idea che il lavoratore possa disporre di un “libretto formativo” in cui vengono registrate le competenze acquisiste durante la formazione in apprendistato, la formazione in contratto di inserimento, la formazione specialistica e la formazione continua svolta durante l’arco della vita lavorativa ed effettuata da soggetti accreditati dalle regioni, nonché le competenze acquisite in modo non formale e informale secondo gli indirizzi della Unione europea in materia di apprendimento permanente, purché riconosciute e certificate.
Idee per avvicinarsi al lavoro
Il primo passo è il curriculum vitae, quel “pezzo di carta” in cui vengono riassunti momenti importanti della vita scolastica, formativa e lavorativa e a volte anche personale, e che fa conoscere l’aspirante lavoratore alle aziende: quel “ritratto” di noi stessi che deve invogliare il potenziale datore di lavoro a conoscerci. Navigando in Internet si troveranno molti suggerimenti per compilarlo. Buone indicazioni si trovano al seguente indirizzo http://www.cedefop.eu.int/transparency/cv.asp .
Cercare lavoro è quasi, a sua volta, un lavoro: si deve dedicare molto tempo a leggere le riviste specializzate e le Gazzette Ufficiali per chi è interessato ad un lavoro nel settore pubblico, consultare banche dati su Internet, frequentare gli Informagiovani e i Centri per l’Impiego. Poi si possono mettere inserzioni sui quotidiani, autocandidarsi, e soprattutto parlare con amici, parenti, insegnanti, vicini di casa…tutti coloro che conoscono la realtà locale e possono fornire preziose informazioni: il “passaparola” è un mezzo più efficace di quanto si possa pensare.
E’ utile anche conoscere le caratteristiche del mercato del lavoro nella nostra regione, informandosi sulle figure professionali maggiormente richieste. Spesso le aziende non riescono a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. Tener conto di questi elementi può comportare un “aggiustamento” della scelta del percorso scolastico formativo. Molte informazioni possono essere reperite attraverso la stampa o la televisione locale. Utili indicazioni anche nel sito e nel sito - Eures.
Se invece si pensa di essere dotati di spirito imprenditoriale, bisogna sapere che esistono diverse agevolazioni per i giovani che vogliono “mettersi in proprio”. Da ultimo, ma non per importanza, il mondo della cooperazione, interessante soprattutto nel settore sociale: un modo diverso di essere imprenditori, nel quale il lavoro ha importanza come fattore di senso per sé e per la comunità in cui si opera.
Dare qualche informazione sulla realtà del lavoro oggi, proprio nel momento della scelta del proprio percorso scolastico formativo, forse a qualcuno è sembrato un po’ prematuro. In realtà, più elementi si hanno a disposizione, più la scelta sarà vicina alle proprie aspettative e nello stesso tempo realistica.
domenica 22 gennaio 2017
Il mondo del lavoro_Jacopo Di Giuseppe
LA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione è un fenomeno di “mondializzazione” delle attività, delle conoscenze, dei processi produttivi, e anche di natura culturale e sociologica, che consegue all’ impetuoso sviluppo, negli ultimi decenni, della comunicazione e degli spostamenti umani. Non c’è dubbio che ad esempio, a causa della rete e della velocità dei trasporti, il mondo è sempre più interconnesso, con frequentissimi scambi di natura cognitiva e sociologica, che ci tengono a stretto contatto gli uni con gli altri. Il mondo del lavoro quindi si va adattando a questi nuovi parametri, con l’individuazione di spazi di movimento, di tattiche e di strategie, che si informano alle mutate condizioni produttive e più in generale di vita.
L’INFORMAZIONE
Il primo punto da cogliere, quindi, è la complessità e la rapidità dei cambiamenti in atto. In altre parole, da una condizione di passività o di semipassività frutto dell’aspettativa rispetto a un lavoro o più lavori, si deve passare a un ruolo proattivo, il che implica l’attività e l’aspetto dell’informazione. L’informazione è l’elemento essenziale sul quale si basa la domanda e l’offerta di lavoro. In questo senso i media svolgono un ruolo non solo importante ma determinante.
LA FLESSIBILITÀ
La capacità di adattamento e la flessibilità inoltre sono due aspetti particolarmente significativi. L’atteggiamento mentale corretto verso nuove sfide e il rifiuto di cristallizzarsi solo su determinate tipologie di lavoro, diventano sempre più importanti. La mobilità è la conseguenza più diretta di tutto ciò. E’ vero che c’è anche la possibilità sempre più diffusa di lavorare da casa, ma è altresì vero che determinati lavori si possono svolgere solo in loco. Spostarsi, dunque, e anche velocemente, adattandosi se del caso, è un altro aspetto importante del cambiamento nel mondo del lavoro.
LA COMPETIZIONE
Un fatto nuovo e di rilievo che sta emergendo negli ultimi anni è quello del passaggio da strategie competitive a quelle collaborative. Il punto essenziale non è più quello di primeggiare a tutti i costi, quanto quello di dar vita ad armonie collaborative di lavoro, come quelle di gruppo, che consentono comunque di ottenere buoni risultati.
LE LINGUE
Infine, forse il punto che, a nostro parere, è il più importante. La conoscenza delle lingue, e in particolare della lingua inglese. Non c’è nemmeno bisogno di dire o di capire che la favoleggiata e irraggiungibile lingua universale, evocata dagli antichi, l’Esperanto, ora c’è, esiste: è la lingua inglese. Ormai l’inglese si parla dappertutto e, soprattutto, in Rete. Laddove non si parla inglese, comunque un’infinità di termini, soprattutto tecnici, hanno questa derivazione. Semmai ora il mito dell’Esperanto è stato sostituito da un altro: quello della piena occupazione. Vedremo se, col passare del tempo, riusciremo a non considerarlo più come una chimera.
Il lavoro F.F
Lavoro - Complesso delle energie fisiche e intellettuali che l’uomo traduce nella creazione di oggetti, beni o opere di utilità individuale o collettiva; rappresenta una delle principali chiavi di lettura per comprendere l’evoluzione delle diverse società storiche e della specie umana, più in generale. La definizione stessa di preistoria, delle sue distinte età, si fonda sul valore assegnato per convenzione alla comparsa dei primi utensili. Dalla pietra al ferro, il cammino dell’uomo verso la storia (verso la conquista della scrittura, dell’agricoltura e dell’allevamento, accompagnata dalla nascita dei primi insediamenti) fu già caratterizzato da innovazioni tecniche e dallo sviluppo di nuovi ambiti del sapere, la cui applicazione pratica ebbe il determinato scopo di migliorare la produzione delle risorse necessarie alla sopravvivenza della comunità, accelerando il processo di suddivisione dei ruoli produttivi (anzitutto tra i sessi), e la gerarchizzazione sociale e politica.
A partire dalla seconda metà del 20° sec. il mercato del l. in Italia è stato interessato da trasformazioni di rilievo che, pur collegandosi alle dinamiche in atto in tutti i paesi occidentali, hanno caratteristiche riconducibili alle specificità della struttura economica e produttiva italiana. Come negli altri paesi
venerdì 20 gennaio 2017
il mondo del lavoro_MR
L’energia e il lavoro
L’energia
può essere in varie forme:
· Cinetica;
· Potenziale (gravitazionale e/o
elastica);
· Termica;
· Elettrica;
· Chimica;
· Nucleare.
L’energia è
la capacità di un corpo di compiere un lavoro (L=FxS); l’unità di misura di
quest’ultima è lo Joule.
L’economia
Per soddisfare i bisogni umani vengono prodotti dei beni
attraverso il lavoro: si forma un cerchio chiamato economia, la scienza che
studia le forme e gli effetti del lavoro
umano.
I suoi indicatori sono il PIL (Prodotto Interno Lordo, cioè
la ricchezza totale prodotta da un paese in un anno) e l’ISU (Indice Sviluppo
Umano, che misura il livello d’istruzione, la crescita economica sostenibile,
la salute della popolazione, la vivibilità dell’ambiente e tutela i diritti
umani).
I lavori svolti possono essere classificati in tre settori:
primario (che comprende agricoltura, pesca, allevamento, etc…), secondario (il
settore dell’industria) e terziario (il settore che si occupa dei servizi).
Il lavoro minorile
Nel 2000 un
bambino su 6, di età compresa fra i 5 e i 14 anni, ha svolto un lavoro, spesso
attività pericolose senza alcuna tutela: ciò ha provocato conseguenze fisiche e
psicologiche. Nell’Africa Subsahariana, il 28% dei ragazzi svolge questi
lavori, soprattutto nelle famiglie più povere che non si possono permettere
un’istruzione adeguata. Nelle famiglie con tanti figli, invece, è visto come
un’opportunità in più.
Questo
fenomeno è chiamato sfruttamento minorile e comprende anche i bambini soldato;
può essere risolto con degli aiuti economici nei confronti di queste famiglie e
migliorando la rete d’istruzione scolastica.
Ricotta Marika
giovedì 19 gennaio 2017
Il mondo del lavoro, Giorgia Nardoni
Il mondo del lavoro,Giorgia Nardoni, 19/01/2017
Il lavoro, categoria importante di molti ambiti specialistici, dall'antropologia alla teologia passando per la fisica, e la sociologia, è un'attività produttiva che implica il dispendio di energie fisiche e intellettuali per raggiungere uno scopo prefissato e in generale per procurare beni essenziali per vivere o altri tipi di beni, non solo attraverso un valore monetario acquisito da terzi quale compenso.
Il termine lavoro deriva dal latino labor con il significato di fatica. Sono noti i detti della letteratura classica durar fatica e operar faticando. Altro termine di parlate italiane per "lavoro" è travaglio, che deriva dal latino tripalium (strumento di tortura), ad esempio in siciliano "lavorare" si dice travagghiari e in piemontese travajè e così via. Ancora oggi in alcuni dialetti regionali si usano i termini faticare, andare a faticare (per dire lavorare, andare a lavorare).
Con l'entrata in vigore della cosiddetta legge Biagi sono stati disciplinati i lavori atipici e la flessibilità nel lavoro. In realtà la legge è impropriamente così definita in quanto si tratta solo di una legge delega al governo, il D. Lgs. n. 276 del 2003.
In particolare nelle forme di flessibilità introdotte dalla nuova normativa trovano applicazione:[11]
il part time (artt. 46 e 85 comma 2 del decreto n. 276)
il contratto di somministrazione (artt. 20-28)
il lavoro intermittente (artt. 33-40)
il lavoro ripartito (artt. 41-45)
il contratto di inserimento
il lavoro a progetto (art. 69) in parziale sostituzione della collaborazione coordinata e continuativa
Il lavoro accessorio.
Diritto del lavoro in Italia
Avviamento e collocamento al lavoro
Agenzia per il lavoro
Centro per l'impiego
Sistema di collocamento pubblico
Somministrazione di lavoro
I contratti
Contratto di lavoro
Contratto di lavoro a tempo determinato
Contratto di lavoro a tempo parziale
Contratto di somministrazione di lavoro
Contratto di solidarietà
Contratto di formazione e lavoro
Contratto di lavoro ripartito
Contratto di apprendistato
Contratto di inserimento
Contratto a progetto
Contratto di lavoro intermittente
Contratto di collaborazione coordinata e continuativa
Contratto collettivo nazionale di lavoro
Contratto collettivo aziendale di lavoro
lunedì 16 gennaio 2017
Musica per disegnare?
Questa la mia preferita...
E la vostra?
Matteo Ciucci : La primavera https://www.youtube.com/watch?v=RnwuF-MCRuo
Giorgia Nardoni : https://www.youtube.com/watch?v=9E6b3swbnWg&feature=share
Giorgia Nardoni : https://www.youtube.com/watch?v=9E6b3swbnWg&feature=share
martedì 10 gennaio 2017
lunedì 9 gennaio 2017
Teatro alla Scala- Ricotta Marika
Nel provvedimento comunale di agibilità rilasciato nel 2004 i posti sarebbero 2030.
Anche se il Teatro stesso ha, in diverse occasioni, comunicato cifre ancora differenti.
Il teatro fu inaugurato il 3 agosto 1778 con "L'Europa Riconosciuta" di Antonio Salieri.
A partire dall'anno di fondazione è sede del coro, dell'orchestra, del corpo di Ballo, e più recentemente (1982) anche della Filarmonica. La struttura sorge nell'omonima piazza, accanto a "Casino Ricordi", trasformato poi nella sede del Museo Teatrale alla Scala.
Il teatro non era all'epoca (XIV sec.) soltanto un luogo di spettacolo: la platea veniva utilizzata per ballare, i palchi per ricevere gli ospiti, mangiare e gestire la propria vita sociale. A partire dal 1788, inoltre, era proibito giocare in città, con l'unica eccezione dei teatri in tempo di spettacolo. Il teatro aveva così molte vesti.
Il problema maggiore, infatti, era mantenere acceso l'interesse degli spettatori che molto spesso si distraevano nei palchi.
Negli anni di dominazione austriaca e francese, la Scala era finanziata dalle stesse famiglie che avevano voluto la costruzione del teatro. I primi tre ordini rimasero di proprietà dell'aristocrazia, il quarto e il quinto erano occupati dall'alta borghesia. La platea era luogo di un pubblico misto.
La titolarità della gestione rimase prevalentemente alla nobiltà milanese, ma l'effettiva gestione era quasi sempre degli impresari di professione, come Angelo Petracchi (1816-1820).
Giuseppe Verdi (1813-1901) esordì alla Scala alla fine del 1839. Con un opera di impronta donizettiana, ma con particolarità drammatiche che piacquero al pubblico.
Visto l'esito dell'Oberto, Merelli gli commissionò la commedia "Un giorno di regno", che però non ebbe un buon successo. Merelli però lo convinse a non abbandonare la lirica, consegnandogli un libretto di soggetto biblico, il Nabucco, scritto da T. Solera. L'opera andò in scena il 9 marzo 1842 e a partire dalla ripresa del 13 agosto il successo fu impressionante.
Il 21 aprile 1889, con la prima di Edgar, esordì Giacomo Puccini, con un successo non eccessivo. Un clamoroso fiasco fu, invece, la prima della Madama Butterfly del 1904.
Il 1º luglio 1897, il Comune di Milano, davanti a emergenze sociali, decise di sospendere il proprio contributo: la Scala fu costretta a chiudere il 7 dicembre.
Il teatro riaprì il 26 dicembre 1898 con "I maestri cantori" di Norimberga diretta da Arturo Toscanini. Riparate con fondi personali le perdite, l'attività ricominciò sotto la direzione generale di Giulio Gatti Casazza e la direzione artistica di Toscanini.
Toscanini lasciò il teatro il 14 aprile 1903, durante la ripresa di Un ballo in maschera per problematiche con il pubblico.
Alla fine del 1918, Visconti di Modrone rinunciò all'incarico per ragioni economiche (Fu presidente e importante benefattore del Teatro alla Scala).
In due anni il teatro venne trasformato.
I lavori si portarono a finire nel maggio 1946, ma la musica non venne tralasciata, infatti, questa attività continuò presso altri teatri.
L'11 maggio 1946 alle ore 21:00, Toscanini inaugurò la nuova sala, dirigendo l'ouverture de "La gazza ladra". Filippo Sacchi scrive:
« quella sera, Toscanini, non dirigeva soltanto per i tremila che avevano potuto pagarsi un posto in teatro: dirigeva anche per tutta la folla che occupava in quel momento le piazze vicine, davanti alle batterie degli altoparlanti».
Oggi il Teatro Alla Scala è considerato uno dei più importanti al mondo, ospita da oltre 238 anni i principali artisti nel campo internazionale dell'opera e della musica classica.
Marika Ricotta
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